La Spada

La spada simboleggia la conoscenza, la giustizia, il coraggio, la difesa del bene contro il male, il potere sacro, l’elevazione dell’animo. In psicologia rappresenta la forte volontà di abbattere gli ostacoli che intralciano lo sviluppo interiore. Simbolo molto diffuso nella pittura dei temi religiosi, riferiti anche alla Bibbia.

Pittura ad olio su tela, cm.100×100
Particolare
l'ombrello

L’Ombrello

La simbologia dell’ ombrello può riferirsi alla sua funzione pratica o alla sua forma, che richiama quella di una cupola, immagine associata all’ idea di protezione e di religiosità. In Oriente simboleggia il potere, considerato in senso politico o sociale. In ambito psicologico si può riferire alla sicurezza contro le avversità, all’isolamento o alla protezione dagli altri, in base al contesto compositivo in cui viene a trovarsi.

l'ombrello
Dipinto ad olio su tela, cm. 100×150
Esempio di pittura murale

Pittura Murale ad affresco

Questo esempio di pittura murale ad affresco rappresenta una nicchia (illusione spaziale) contenente uno scaldaletto ed uno scaldapiedi in ceramica, copiati dal vero, osservando i due modelli sottostanti appoggiati ad una panca di legno murata tra una parete ed un caminetto in pietra. Le ombre portate sono state eseguite copiando dal vero le ombre reali che, ad una certa ora della giornata, vengono proiettate esattamente nella stessa direzione e con lo stesso colore realizzati sulla parete, grazie alla presenza di una porta finestra che si trova sulla sinistra del dipinto.

Esempio di pittura murale
Dipinto murale, cm. 109×72

PROCEDIMENTO PER ESEGUIRE UN AFFRESCO

Il procedimento per eseguire una pittura murale ad affresco prevede innanzitutto la preparazione dell’arricciato e dell’intonaco. Con l’arricciato, più ruvido e grossolano dell’intonaco, si ricopre tutta la parete in una sola volta. Dell’intonaco, invece, si distende solo quel tratto che il pittore può dipingere in una giornata.

  1. Bisogna bagnare (usando uno spruzzino) tutta la superficie del muro, senza esagerare con la quantità d’acqua, prima di eseguire l’ARRICCIATO, che è il primo strato grezzo di calcina, steso sul muro di pietra, di mattoni o di cemento ( il procedimento non cambia). Per eseguire l’arricciato si uniscono due parti di sabbia di fiume e una di calce spenta, ben impastate con acqua. Se ne distendono uno o due strati, secondo che si voglia l’arricciato più o meno umido. Se si tratta di un muro esterno, esposto alle intemperie, allora si fanno preparazioni con calce idraulica e cemento. Per capire se l’arricciato ha aderito perfettamente al muro, bisogna darvi sopra piccoli colpi: un suono sordo dimostra che la preparazione è solida; un suono sonoro dimostra la presenza di una bolla d’aria che non permette all’arricciato di aderire al muro come dovrebbe: in questo caso bisogna buttare giù il pezzo mal riuscito e rifarlo. L’arricciato deve essere ruvido per permettere all’intonaco di far presa.
  2. L’INTONACO è lo strato di malta dello spessore minimo di cm. 1,5 ad un massimo di cm. 2,5, che si esegue sulle superfici di muri esterni o interni, per proteggerli dall’umidità o da altri tipi di aggressioni naturali. Si prepara con sabbia di fiume, polvere di marmo e calce in dosi uguali. Per realizzare l’intonaco, l’acqua deve essere bevibile, non stagnante; non bisogna assolutamente usare sabbia di mare: il sale che contiene attira pericolosamente l’umidità. Eventuali grani di ferro o pirite contenuti nella sabbia, disgregano l’intonaco che, col tempo, rimane crivellato di puntini neri, con risultati assolutamente antiestetici. Per l’affresco si usa la calce grassa, spenta da almeno un anno. L’intonaco riesce tanto più fine, quanto minore è la grossezza dei grani di sabbia. Non è conveniente eseguire l’intonaco quando il muro non è perfettamente asciugato. Per rendere la superficie dell’intonaco liscia, la si strofina con un regolo di legno, detto sparviero, che ha la superficie inferiore foderata di feltro bianco. Per questo procedimento l’intonaco deve essere opportunamente inumidito.
  3. Lo SPOLVERO è il disegno eseguito su carta (chiamata carta da spolvero) della grandezza che avrà la pittura murale ad affresco. Esso rappresenta il progetto, va eseguito a matita, preferibilmente curato il più possibile nei minimi particolari. Tale disegno, una volta terminato, dovrà essere perforato con un ago, lungo tutte le sue linee di contorno, in modo preciso. Successivamente si utilizzerà del cotone “sporcato” abbondantemente di pigmento di sanguigna. Si dovrà poi picchiettare col cotone lungo tutte le linee del disegno perforato, ben appoggiato all’intonaco, in modo che la polvere di sanguigna possa passare sotto la carta da spolvero e aderire all’intonaco. Si può usare, per comodità, la carta da spolvero tagliata in parti più piccole che contengono le porzioni del disegno interessate, per dividere i tempi del lavoro come meglio si crede. Successivamente si toglie la carta da spolvero dalla parete e si ricalca leggermente, con una matita, la traccia lasciata sul muro dalla polvere di sanguigna. A questo punto la superficie è pronta per il colore.
  4.  IL COLORE della pittura murale ad affresco richiede l’utilizzo di pigmenti (colori asciutti, ridotti in polvere, dalla consistenza simile a quella del borotalco) venduti già pronti, per essere poi mischiati all’acqua in modo omogeneo. I principali pigmenti utilizzati attualmente per l’affresco sono:
  • Bianco di zinco
  • Lacche o rossi di garanza o di alizarina (tutti colori assai stabili e di tinte variate e vivaci)
  • Lacche di garanza brune (tinte di colore rosso bruno trasparente)
  • Cinabri o vermiglioni di varie gradazioni (il loro colore non è ottenibile con miscele di altri pigmenti)
  • Ocre bruciate (terra di Siena bruciata, rosso di Venezia, rosso indiano, rosso inglese e simili, tutte tinte convenienti per economia di costo e per caratteristiche tecniche)
  • Aranci e gialli di cadmio (pigmenti non trasparenti, di forte tinta gialla o aranciata, ottimi ma costosi)
  • Ocre naturali (terra di Siena naturale, terra gialla, ocra gialla, ocra d’oro, ocra romana naturale, ocra bruna, giallo di Marte, ecc.)
  • Terra d’ombra naturale (pigmento terroso di colore bruno- freddo tendente al verdastro)
  • Verde smeraldo (detto verde veronese)
  • Verde Paolo Veronese (verde brillante chiaro, non corrispondente a quello sopra)
  • Verde di alizarina o verde di hooker permanente
  • Terra verde (argilla colorata naturalmente)
  • Blu minerale, blu d’Anversa, ecc. (varianti del blu di Prussia perché meno stabile)
  • Oltremare (può essere naturale, ovvero polvere di lapislazzuli molto costosa, oppure ricavata in laboratorio per sintesi. Le sue varianti sono blu francese, blu permanente, ecc.)
  • Blu ceruleo (è quasi l’unico pigmento di colore celeste chiaro)
  • Indaco (colore sintetico, ma uguale a quello che una volta si ricavava dalla pianta dell’indaco. Colore trasparente non sostituibile)
  • Viola cobalto ( chiaro e semitrasparente)
  • Viola permanente (derivato dall’alizarina)
  • Il nero è sconsigliato nella combinazione con altri colori per l’instabilità, per i suoi effetti falsi e perché si carbonizza col tempo.

Ho preferito escludere da questo elenco e dalle mie tavolozze, altri pigmenti per le loro caratteristiche di instabilità.

I PIGMENTI NELLA PITTURA MURALE

I pigmenti per la pittura murale ad affresco possiedono un indice di rifrazione elevato. Vengono ridotti accuratamente in polvere impalpabile, di consistenza simile a quella del borotalco, per poi essere comodamente mescolati all’acqua (nel caso dell’affresco) fino ad ottenere un colore più o meno trasparente o corposo. La polverizzazione può essere fatta dall’artista stesso (scelta poco pratica e poco conveniente perché lunga e laboriosa). Oggi i pigmenti si preparano industrialmente, con elevati gradi di perfezione. Possono essere impastati con sostanze liquide diverse (dette anche veicoli o solventi), a seconda della tecnica pittorica che si vuole scegliere. Queste sostanze servono a compattare i pigmenti, a facilitare la stesura del colore con il pennello, a preservare il dipinto nel tempo, e ad evitare riflessi in eccesso, che disturbano l’osservazione dell’opera finita.

ORIGINI DELL’AFFRESCO

Tecniche simili alla pittura murale ad affresco furono praticate fin dalla preistoria, con diverse modalità, ma sempre basate sulla capacità di assorbimento della superficie su cui il colore veniva applicato. Si diffuse presso tutti i popoli, anche in tempi diversi, visto che l’umanità ha sempre ricercato la bellezza, con differenti sensi estetici, esigenze e risultati. Dopo il Medioevo, l’affresco fu affiancato da tecniche simili, basate sull’utilizzo di colori impastati con sostanze liquide diverse dall’acqua, come colla, uovo, latte, talvolta utilizzate per ritocchi: per tale motivo il termine “affresco” è stato usato impropriamente, col trascorrere del tempo, per indicare tecniche ad esso simili, nonostante le differenze molto importanti, che condizionano la qualità dei risultati e la durata nel tempo.

Anche la preparazione dell’intonaco ha subìto cambiamenti, nei luoghi e nel tempo, pur restando la calce ingrediente fondamentale: talvolta, aumentando la quantità di sabbia nell’impasto, è stato affrettato il deterioramento del muro. In antichità si applicavano intonaci che arrivavano anche ad otto centimetri di spessore: così si tratteneva più a lungo l’umidità, ottenendo più tempo a disposizione per dipingere e per l’assorbimento dei colori.

PROCEDIMENTI ANALOGHI

1) FRESCO A SECCO: si prepara l’intonaco, in una sola volta, su tutta la superficie del muro. Subito dopo si bagna con acqua di calce e lo si lascia riposare un giorno. Nei giorno successivi si bagnano ancora con acqua di calce soltanto i pezzi di intonaco che si vogliono via via dipingere. Si usano i colori come per l’affresco.

2) SPIRIT-FRESCO: i colori vengono mescolati con una miscela a caldo di: elemi (resina) gr. 50, cera bianca pura gr. 100, olio di spigo gr. 200, vernice di opale gr. 500. L’intonaco deve asciugarsi per alcuni mesi, dopodiché bisogna stendervi, per due volte, la stessa miscela utilizzata per mescolare i colori, diluita per metà del suo peso in olio etereo di trementina. Con questa tecnica si può rifinire comodamente, senza rischiare tinte opache. L’unico rischio è l’eventuale umidità racchiusa nel muro.

3) WASSERGLASS: si formano due strati di intonaco, ognuno composto da una parte di calce e tre parti di sabbia. Si aggiunge poi un terzo strato di intonaco, composto da una parte di calce e una parte di fine sabbia silicea. Per restare assorbente non deve essere lisciato con la cazzuola. I colori devono essere stemperati con una soluzione formata da un terzo di silicato di soda e due terzi di acqua pura (formula offerta da I. F. von Fuchs, nel 1823)

Non suggerisco i procedimenti a base di latte perché sono di dubbia solidità.

esempio di teoria della composizione: leggerezza

La Teoria della Composizione nelle arti visive

La teoria della composizione nelle arti visive comprende un insieme di sistemi a schema, che permettono all’artista di posizionare, nel modo più efficace, i vari elementi che si vogliono rappresentare nel dipinto. Si può applicare uno schema compositivo per ottenere effetti visivi particolari, efficaci anche per esprimere o trasmettere emozioni: ad esempio, si può scegliere uno schema DINAMICO per accentuare un aspetto di vivacità. Oppure si può scegliere uno schema di CONFLITTO per evidenziare ansia o inquietudine o, ancora, uno schema STATICO per esprimere o trasmettere quiete. Si tratta di un aiuto tecnico per realizzare effetti ottici o emotivi ben precisi. Un artista può creare un nuovo schema compositivo, oppure utilizzarne uno precostituito.

I RAPPORTI FRA CIELO E TERRA, NELLA TEORIA DELLA COMPOSIZIONE

I rapporti fra cielo e terra, ovvero la quantità di cielo e di terra rappresentati, influenzano l’impressione suscitata nell’osservatore. Il suolo suggerisce la vicinanza, l’intimità e tutte quelle caratteristiche proprie della terra; il cielo suggerisce invece immagini di vastità e sensazioni spirituali.

Si può regolare la pesantezza o la leggerezza compositiva del dipinto (o di una fotografia) in relazione allo spazio dedicato al cielo o alla terra. Se l’orizzonte divide in due parti l’immagine, può sorgere una sensazione di conflitto, perché nessuna delle due prevale sull’altra. Un orizzonte diritto e orizzontale suggerisce equilibrio, quiete e durata (caratteristiche statiche).

esempio di teoria della composizione: leggerezza
fotografia in bianco nero
schema compositivo: leggerezza
schema compositivo
applicazione di teoria della composizione dinamica e leggera
Fotografia bianco nero
schema compositivo teoria della composizione dinamica e leggera
schema compositivo
esempio di teoria della composizione con applicazione di schema
fotografia bianco nero
schema compositivo
schema compositivo

COMPOSIZIONE STATICA E SIMMETRICA

Una composizione statica è graficamente in equilibrio; equilibrio equivale a stabilità. La linea più stabile è quella orizzontale. La forma più stabile è quella di un rettangolo in giacitura orizzontale o di un quadrato. In misura leggermente inferiore anche le linee verticali e un rettangolo in posizione omologa suggeriscono l’idea della stabilità perché sono in equilibrio.

La composizione statica richiama sensazioni di quiete, tranquillità, sicurezza, solidità, forza in riposo. Ogni fotografia frontale è per natura più statica delle inquadrature in diagonale. Le fotografie in cui un soggetto è collocato al centro del formato, risultano più statiche di quelle in cui il soggetto è collocato a lato del formato.

fotografia in bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo

Nella fotografia sopra, il soggetto è leggermente decentrato. La simmetria costituisce il massimo grado dell’ordine. Può suscitare un senso di monotonia. Diversi elementi figurativi possono essere in equilibrio se sono disposti ai due lati di un asse immaginario, senza che l’uno sembri l’immagine riflessa dell’altro.

IL PUNTO DI FUGA FRONTALE NELLA COMPOSIZIONE

Il punto di fuga frontale accentua la staticità della composizione perché si rifà alla centralità compositiva. Allo stesso tempo viene a crearsi un conflitto tra l’impressione statica della composizione, dovuta alla centralità stessa (che richiama anche l’idea dell’ordine e della quiete) e la dinamicità compositiva dovuta agli effetti prospettici.

Se gli effetti prospettici sono molto evidenti, prevale l’impressione dinamica della composizione. Se questi effetti sono minimi, allora prevale l’impressione della staticità, propria di una composizione centrale.

fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo

TEORIA DELLA COMPOSIZIONE DINAMICA NELLE ARTI VISIVE

Una composizione dinamica è graficamente instabile: le sue linee e le sue forme sembrano muoversi, scivolare, precipitare. La linea più dinamica è quella diagonale. Le forme appaiono dinamiche se sono angolate, se giacciono su di un piano obliquo o se sono dentellate e irregolari.

L’impressione dinamica viene rafforzata dalla prospettiva o dallo squilibrio nella composizione; può anche essere rafforzata dal contrasto che si basa sulla sorpresa. Il soggetto decentrato suscita un’impressione dinamica.

fotografia bianco nero
schema compositivo

Un orizzonte inclinato, introduce nella composizione un elemento di volubilità, rendendo l’immagine più dinamica e suggerisce sensazioni di movimento e di variazione. Un orizzonte ondulato o dentellato, richiama sensazioni di flusso dinamico, di azione e di dramma. Le inquadrature in diagonale, o consapevolmente distorte, sono meno statiche di quelle frontali. Le forme appaiono più dinamiche se giacciono su di un piano obliquo, se sono ondulate o se sono dentellate e irregolari. Seguono gli esempi:

fotografia bianco nero (1)
schema compositivo

Composizioni decentrate; effetti prospettici non frontali; linee in prevalenza oblique; prevale l’impressione dinamica:

fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
fotografia bianco nero
schema compositivo
schema compositivo
Il castello nella simbologia del paesaggio veneto rinascimentale può rappresentare protezione e sicurezza.

La simbologia nel paesaggio veneto rinascimentale

La simbologia nel paesaggio veneto rinascimentale cinquecentesco

Il paesaggio veneto cinquecentesco, in ambito pittorico, diventa fonte di elementi simbolici: infatti, con la sua rappresentazione, si mettono in evidenza i valori culturali e le aspirazioni che stanno alla base del Rinascimento; emerge il sentimento dell’uomo nei confronti della natura e si sceglie di rappresentarla con tinte calde che ne sottolineano la dolcezza, immersa in un tempo che sembra sospeso. La simbologia nel paesaggio veneto rinascimentale è molto evidente nei dipinti di Giorgione e Tiziano, che ne sono i massimi rappresentanti. Durante l’attività dei due grandi artisti, anche la Repubblica di Venezia presta un particolare interesse per il paesaggio, trovando in esso una possibile soluzione alla crisi economica e commerciale aggravata dalle guerre e dalla peste. La valorizzazione del territorio diventa inevitabile, e include la coltura di piante importate dall’America.

Il valore delle ville palladiane, delle case contadine e del paesaggio

Il valore delle ville palladiane e delle più piccole e semplici case contadine, dipende molto dalla bellezza e dalla cura del paesaggio circostante; anzi, si dice che una villa non può essere definita tale se non è affiancata da un parco o da un giardino. Nemmeno la scelta delle piante può sottrarsi ad una interpretazione simbolica che include pioppi, viti, allori, cipressi, piante da frutta, piante aromatiche. La simbologia, in ambito pittorico, è evidente anche in altri soggetti, il cui significato può variare a seconda del contesto in cui vengono inseriti: ad esempio l’acqua può simboleggiare vita, purezza, procreazione, incertezza. Il ponte rappresenta la volontà di incontro, di unione, di scambio. Il castello è simbolo di difesa, protezione, sicurezza, o esclusione e chiusura. Le montagne rappresentano la potenza della natura e il suo fascino. Frutti, animali, oggetti, dettagli dell’abbigliamento, sono ricchissimi di significati simbolici.

Il castello nella simbologia del paesaggio veneto rinascimentale può rappresentare protezione e sicurezza.
disegno a matita su carta, cm. 20×14
Matite colorate su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm. 18×14
Matite colorate su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm.18×14
Matite colorate su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta
Disegno a matita su carta
Disegno a matita su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm.18×14
Matite colorate su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm.18×14
Disegno a matita su carta, cm.18×14

Il Demonio

Nella simbologia dell’arte il diavolo viene spesso dipinto con le corna, che rappresentano la sua potenza. E’ fortemente motivato a indurre in tentazione perché questo è l’unico scopo della sua esistenza.

Per riuscire nei suoi intenti ha bisogno di persuadere e di ingannare, assumendo vesti diverse, talvolta coloratissime. Spesso indossa uno straccio o una pelle animale, tanto per salvare il senso del pudore degli osservatori.

Questo mio disegno si riferisce al particolare di un affresco che rappresenta i dannati all’inferno, dipinto da Luca Signorelli, artista del Quattrocento.

Nel secondo disegno, invece, voglio simboleggiare la rivalsa e la vittoria contro i pregiudizi scomodi e dannosi, rovesciando i ruoli: questa volta è la peccatrice che condanna il demonio; si vuole sottintendere che il senso del male e del bene cambiano nel tempo, nella Storia e nello spazio, in tempi relativamente brevi: realtà un po’ inquietante perché ha spesso comportato lotte e scontri.

Matita su carta, cm. 20×15

Il Castello

Soggetto molto ricorrente nei dipinti di diverse epoche, il castello può simboleggiare significati opposti, che dipendono dal contesto in cui viene inserito.

Può rappresentare potere, forza, protezione, sicurezza, inclusione; dal lato opposto esprime chiusura, paura del mondo esterno e del nemico, insicurezza, esclusione;nelle favole e nelle leggende si identifica con una grande meta da raggiungere, per chi è disposto a viaggiare, a lottare molto e a sacrificarsi.

Simboleggia anche i beni terreni, la ricchezza e gli interessi mondani, opposti a quelli spirituali e allo sviluppo dell’interiorità, raffigurati invece dal villaggio con la chiesa e il campanile.

Pittura ad olio su tela, cm. 80×100
Particolare

Il Dio degli Orafi e dei Guerrieri

In questo dipinto il dio Xipe-Totec è simboleggiato da una scultura che lo rappresenta mentre tiene la testa di una vittima sacrificale scorticata. Il dio ne indossa la pelle, simboleggiando la rinascita, così come il seme che perde il suo rivestimento per poter germogliare. Il sacrificio passa attraverso la morte per arrivare alla rinascita, così come avviene nelle fasi delle stagioni. Gli esseri viventi possono attraversare la morte per rinascere, e la sofferenza o la paura stessa della morte, si identificano col sacrificio.

I riti cruenti non sono inclusi nella società civile moderna, e sono osservati con scarsa comprensione perché questa viene già impegnata per la scienza e per il rispetto degli altri e del loro dolore. Xipe-Totec indossa un copricapo che ha la funzione simbolica di distinguerlo come dio e di offrirgli un’identità ben precisa. E’ questa la funzione simbolica di un qualunque copricapo, anche nella società moderna, che lo associa alla personalità, all’io e all’inconscio, alla professione, al ruolo e allo status sociale di un qualunque individuo.

Ritratto ad olio su tela, cm. 50×60
Particolare

Il Camaleonte

Animale particolare per il suo aspetto, considerato da molti antiestetico. La sua capacità di cambiare colore, mimetizzandosi con l’ambiente, viene associata all’idea di trasformazione della materia o di elevazione spirituale. Per alcune culture simboleggia la sincerità, la verità priva di lati oscuri, chiara e immediata. In altre culture prevale un aspetto interpretativo di carattere opposto, con significato di menzogna, falsità, impostura e capacità di cambiare opinione in base alla convenienza. Animale pacato, lento, ma con grande capacità di scatto, viene anche associato alla saggezza, alla forza e alla potenza.


Matita e pittura ad olio su carta da spolvero, cm. 40×55
Matita su carta da spolvero, cm. 40×55

La Tartaruga

Animale molto caratterizzato nelle favole, nelle leggende e nella mitologia. Simboleggia fermezza, ostinazione, forza, longevità, saggezza. Si distingue soprattutto per il carapace, indispensabile alla difesa, alla protezione, alla lotta e al corteggiamento. Scarsamente sociale, non soffre la solitudine: per questo motivo richiama l’idea di ascetismo e di meditazione. Figura molto presente nella simbologia esoterica.