Come osservare un dipinto, sapendo che vedere o guardare non è la stessa cosa? I tre termini hanno sottili ma importanti sfumature di significati diversi. Con una buona osservazione un dipinto può risultare appagante, ma non bisogna accontentarsi di poco, dato che lo sviluppo interiore di un popolo si nutre di arte molto più di quanto si possa pensare. Tra i bisogni universali umani è presente l’appagamento estetico, che richiede autodeterminazione delle idee, consapevolezza, conoscenza, sensibilità. Per tale appagamento la capacità di osservazione diventa indispensabile nel campo delle arti visive.
Distanza di osservazione dal dipinto
E’ necessario innanzitutto disporsi alla giusta distanza dall’opera d’arte. Quella consigliata è pari ad una volta e mezza la sua diagonale, facilitando così la visione dell’insieme e dei dettagli. La distanza di osservazione dei dettagli dipende innanzitutto dalla possibilità visiva dei nostri occhi. Quella necessaria per rilevare l’effetto d’insieme, invece, dipende molto dallo stile dell’opera. Arredamento e disposizione dei dipinti in una galleria d’arte o in un museo, suggeriscono la distanza da assumere fra i nostri occhi e il quadro. Generalmente i dipinti impressionisti o astratti richiedono una distanza di osservazione maggiore rispetto alle opere d’arte realistiche, indipendentemente dalla misura della loro diagonale. Spesso veniamo attratti da alcuni particolari che per noi assumono significati più importanti rispetto ad altri. Questo tipo di attrazione dipende dal nostro patrimonio interiore, che comprende cultura, emozioni, sentimenti, esperienze. Tra i fattori che esaltano tali attrazioni, come lo schema compositivo o la scelta dei colori, è determinante il significato simbolico interpretato dall’ osservatore. I particolari che risultano più curati o dettagliati rispetto ad altri, attraggono maggiormente l’attenzione. La capacità di osservare un dipinto determina le connessioni emotive e i ponti di comunicazione tra il fruitore e l’opera d’arte. Ne consegue che lo stesso dipinto può provocare impatti diversi sui fruitori. La risposta emotiva di un intero pubblico dipenderà dall’insieme delle “evocazioni” o “connessioni” emotive di ognuno. Se gli impatti sono simili, è più probabile che l’artista sia riuscito a comunicare un messaggio intenzionale in modo efficace.
Coerenza stilistica del dipinto
L’osservatore deve saper riconoscere la coerenza stilistica, raggiunta con l’affinità delle varie parti col tutto, evitando l’abuso di effetti. E’ indispensabile la padronanza tecnica, che permette qualità e sicurezza delle pennellate, materiche o sfumate. Devono essere assenti tentennamenti compositivi, realizzando così equilibrio armonico tra pieni e vuoti, contrasti efficaci e ben disposti, ecc. L’artista, come il fruitore, ha il dovere di essere libero dal pregiudizio della “ verosimiglianza a tutti i costi”, e deve obbedire al proprio temperamento. Quando l’autore segue le regole di disegno, colore, composizione, contrasti, prospettiva, ecc., sacrificando il proprio temperamento, non realizza arte, ma solo opere accademiche. A proposito di prospettiva, capita spesso che il fruitore possa intuirne l’esatta applicazione, pur non conoscendone la teoria. Questo succede se siamo abituati ad osservare il paesaggio reale, accumulando esperienza e memoria visiva automaticamente, senza l’ausilio della volontà. Con la distinzione fra accademismo e temperamento artistico, si possono evitare infatuazioni nei confronti di opere che non meritano tanta devozione da parte dei fruitori. Si può anche scoprire che certi “capolavori” sono meno validi di dipinti quasi sconosciuti, perché scarsamente pubblicizzati.
Il concetto di bellezza
Per saper osservare un dipinto bisogna tener presente il proprio concetto di bellezza. A questo proposito è importante ricordare che la bellezza di una persona, di una montagna o di un fiore, sono prodotti della natura, ma la bellezza artistica è prodotta dallo spirito ed è espressiva. Questo significa che un brutto soggetto scelto da un artista, può diventare una bella opera d’arte perché espressiva, coerente e compatibile col temperamento di chi l’ha prodotta. Teniamo presente che espressività non è sentimentalismo. E’ difficile che un dipinto lacrimevole, sdolcinato, patetico, enfatico o compassionevole possa essere gradito ad un fruitore moderno, consapevole e/o competente. Se sono presenti tali caratteristiche significa che l’artista ha messo da parte il proprio temperamento per trasmettere un messaggio non suo, con lo scopo di compiacere la committenza o deboli fruitori. Per un buon impatto emotivo, nell’opera d’arte deve essere assente ogni tipo di forzatura, artificiosità, carenza di spontaneità. Il fruitore vuole autenticità, sincerità nella percezione del messaggio visivo, e deve possedere delle conoscenze di base per poter rilevare tali valori.
Saper riconoscere le forme
Saper riconoscere l’immagine che osserviamo, perché l’abbiamo vista da un’altra parte, facilita il senso critico ed è appagante. Faccio un esempio: negli sfondi di alcuni miei dipinti è presente lo stesso particolare di un edificio cinquecetesco. Molti fruitori, pur soffermandosi nell’osservazione, non si accorgono di tale immagine ricorrente. Mi riferisco all’edificio che si trova sulla destra dello sfondo nei dipinti ” La barchetta di carta”, ” La lepre” , ” l’unicorno, ” La chiave”. A questo punto è evidente che, tale immagine ricorrente, può acquisire un significato simbolico.