Il ritratto a matita su carta può essere eseguito direttamente dal vero oppure da fotografia. Nel primo caso, solitamente, l’esecuzione è più rapida, mentre nel secondo ci si può soffermare maggiormente e più comodamente sui dettagli. In una buona esecuzione la somiglianza è la cosa più facile da ottenere, ma è fondamentale cogliere l’espressività e l’interiorità del soggetto che si vuole ritrarre. Per quanto riguarda la cura dei dettagli, mi riferisco, ad esempio, ai riflessi di luce negli occhi, alle filature dei capelli, delle sopracciglia e della barba, disegnati uno ad uno. I chiaroscuri e i volumi devono essere ben resi dal tratto della matita, che può variare da leggero a più marcato. E’ particolarmente utile l’uso di matite con diverse gradazioni, da 3H a 12B, ovvero dalla più dura e chiara alla più morbida e scura. Nel mio caso, il tratteggio deve risultare sicuro e,al termine del lavoro, ancora ben riconoscibile, senza effetti di macchie compatte. Il ritratto realizzato in studio, non dal vero, richiede solitamente più ore e non viene mai eseguito in un’unica sessione. Per l’esecuzione è consigliabile utilizzare la luce naturale: in questo caso si riduce notevolmente l’affaticamento degli occhi. Le dimensioni sono spesso leggermente inferiori a quelle reali, e la carta utilizzata non è mai bianca; in genere prediligo la carta da spolvero.
Ritratto a matita su carta da spolvero.